Tutti conoscono il cammino di santiago, un percorso questo che da sempre i pellegrini sono soliti intraprendere. Non si tratta però di un percorso dedicato solo a coloro che credono in Dio, solo ai cristiani. Si tratta di un percorso dedicato a tutti coloro che sentono il bisogno di camminare, di mettersi di nuovo in contatto con la natura e con la parte più genuina di loro stessi, per chi deve espiare una colpa, un dolore, una sofferenza, per chi infine deve gioire per un dono che la vita in modo inaspettato gli ha dato. Sono disparati i motivi per cui qualcuno può decidere di intraprendere questo camminano!
Qualche anno fa è uscito anche un film dedicato proprio a questo percorso di pellegrinaggio, che prende semplicemente il titolo di “Il Cammino di Santiago”. È un film del 2010 diretto da Emilio Estevez, uscito nei cinema italiani nel 2012.
La trama de “Il Cammino di Santiago”
Il protagonista di questo film è Tom, un medico americano piuttosto rinomato. Un giorno, mentre si trova a giocare a golf insieme ai suoi colleghi, riceve una telefonata. Suo figlio Daniel, di appena 40 anni, è morto a causa di una tempesta che ha avuto luogo sui Pirenei. Daniel si trovava lì per intraprendere il Cammino di Santiago, ma purtroppo è stato bloccato dalle calamità naturali prima di riuscire nel suo obiettivo.
Tom arriva in Europa per prendere le ceneri di suo figlio e portarle in America. Quando scopre che cosa stava cercando di fare Daniel però cambia idea. Mette le ceneri del figlio nello zaino e decide di intraprendere il Cammino di Santiago al suo posto, ben 800 km di cammino. Con un’attrezzatura limitata, senza calzature adatte o calze termiche montagna, Tom affronterà molte difficoltà. Tom incontra diversi personaggi sul suo cammino, compagni di viaggio che gli permettono di fare esperienze sempre nuove, di non soffermarsi più sull’apparenza, ma di andare alla ricerca del vero senso di ogni cosa.
“Il Cammino di Santiago”, un capolavoro che vale la pena vedere
Il film di Emilio Estevez deve essere considerato come un vero e proprio capolavoro, un film a tutti gli effetti che in alcuni tratti però appare più come un documentario, con un protagonista che ha semplicemente dell’incredibile. Martin Sheen recita infatti in modo magistrale il ruolo del padre Tom, una recitazione la sua che risulta estremamente naturale e intensa, una recitazione la sua che è sempre sobria, così come sobrio è stato il modo con cui il film è stato girato. Sì, la sobrietà prima di tutto.
Sarebbe stato facile lasciarsi andare ai paesaggi incantevoli della zona. Sarebbe stato facile per il regista scegliere di commuovere il pubblico con delle scene strappalacrime. Non c’è niente di tutto questo invece, così che sia possibile respirare atmosfere pure, genuine, realistiche.
Questo è un film che vale davvero la pena vedere quindi. È adatto a chi ama il trekking e vuole scoprire qualcosa in più sul Cammino di Santiago, così come per coloro che vorrebbero tanto un giorno potersi trasformare in peregrini su queste stesse strade. Ma è adatto anche per chi non ha alcuna intenzione di intraprendere una camminata di questo genere, ma vuole scoprire come migliorare se stessi, come rinnovare la propria prospettiva sul mondo, come trasformarsi in una persona migliore e scoprire il vero senso di ogni cosa.